Il giubbotto di Indiana Jones

Christie è la minore di quattro fratelli. A casa sua le cose non vanno molto bene dal punto di vista economico, quindi la più piccola è destinata a ereditare sempre i vestiti smessi dai più grandi. L'ultimo capo ereditato è un giubbotto di pelle, troppo grande per la sua taglia minuta. I compagni di classe la prendono in giro, ma Christie li zittisce tutti informandoli che quello è il mitico giubbotto indossato da Harrison Ford nel ruolo di Indiana Jones. La notizia crea grande scompiglio e tutti vorrebbero provare quello che d'un tratto è diventato il giubbotto più bello del mondo. Christie è quindi “costretta” a noleggiarlo a ore. Presto l'inganno viene però scoperto e la ragazzina aspramente rimproverata. Tuttavia, l'esperienza non avrà solo aspetti negativi, in quanto le consente di incontrare Georges, un ragazzo poliomielitico che l'apprezza e l'aiuta a conoscersi meglio. L'autrice descrive la maturazione psicologica della protagonista, la sua evoluzione da bambina a ragazza, rivisitando in modo fresco e originale tutte le problematiche tipiche dell'adolescenza: il rapporto con la famiglia, la scuola, gli amici, il primo amore. La realtà che viene presentata nel libro è la stessa che il lettore vive quotidianamente. Per questo motivo sarà facile per i ragazzi vedere se stessi nelle situazioni narrate e immedesimarsi nei personaggi della storia. Al termine del racconto, Christie scopre che nello spazio di un anno la sua vita si è trasformata: l'avventura del giubbotto è ormai un aneddoto che rispecchia la sua maturazione. Ciò che mesi prima le sembrava importantissimo, ora le appare infantile, al limite del ridicolo. Christie si sente un'altra, ed è felice. Premio Euskadi per il Romanzo Giovanile 1990 (Paesi Baschi).